Pannello 18 - Approfondimento
Dalla Convenzione No More alla Convenzione di Istanbul
Normalmente per figlicidio si intende l’infanticidio, che è l’uccisione del figlio dopo la nascita o nel il primo anno di vita per mano del genitore.
Ma il figlicidio non ha trovato in Italia, e non solo ( vedi sentenza Cedu maggio 2021), ancora una chiara e univoca definizione e anche in ambito penale spesso viene confuso con l’infanticidio che è contemplato del ns Codice Penale all’ art.578 ” la madre cagiona la morte del proprio neonato immeritamente dopo il parto o del feto durante il parto, quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale connessi al parto. La madre è punita con la reclusione da 4 a 12 anni”.
Al di fuori di questa precisa condizione gli atti di questo tipo sono puniti quali omicidio ( 21 anni di carcere) con l’aggravante del grado di parentela.
Nel Codice Rocco l’infanticidio per ragioni d’onore godeva di grande tolleranza.
Se l’infanticidio è l’uccisione del figlio entro pochi giorni /mesi di vita e di età inferiore ai 12 mesi, il figlicidio diventa sempre più l’uccisione del figlio dal 1 anno in su che in questo decennio ha visto responsabili donne per problemi di depressione e disagio mentale mentre, da oltre un decennio, ci sono uccisioni di figlie e figlie di varie età per mano dei padri come ritorsione e forma di vendetta nei confronti della madre dopo separazioni o denunce di violenza domestica. Queste uccisioni continuano con un ritmo esponenziale.
Questo tipo di figlicidi è stato considerato come una forma estrema di femminicidio e gode nei mass media di una rappresentazione troppo tollerante nei confronti dei padri assassini considerati infelici o disperati e persino troppo affezionati ai figli che uccidono.
Il caso più famoso è quello di Federico Barakat, tra i piu’ efferati, ma si ricorda anche il caso dei due fratelli Davide e Andrea Iacovone (2011) affidati all’Ente e uccisi dal padre nonostante i segnali di pericolo, la richiesta di aiuto e di allarme richiesto a gran voce da parte della madre Erica Patti, lei come la mamma di Federico Barakat, Antonella Penati, non fu creduta ne ascoltata dai servizi sociali che mandarono lo stesso i due bambini dal padre. Quest’ultimo invece di riportare i bambini a casa li soffocò e li bruciò nonostante la madre chiedesse ai servizi territoriali di andar a riprendere i suoi bambini perché erano in pericolo.
Altro esempio di figlicidio di minori “affidati alle cure” dello Stato sono i due piccoli Faith e Divine, rispettivamente di 18 mesi e di 6 mesi (2019) lanciati dalle scale del carcere dalla madre, mentre era detenuta a Rebibbia; madre con noti ed evidenti problemi psichiatrici ma fu lasciata sola con i bambini ai quali tolse la vita.
Altro caso efferato quello della piccola Gloria di soli 3 anni, presa dai servizi territoriali addirittura in una casa rifugio e portata al padre che poi la uccise con molte coltellate (2019).
Ma gli esempi potrebbero continuare fino alle ultime settimane.